Darsena di Città – Ravenna – Un’intervento di Epaminonda Ceccarelli

Pubblichiamo  un’intervento di Epaminonda Ceccarelli agli studenti  del Liceo Artistico di Ravenna nell’Aprile 2011.

Convegno Ravenna 2 aprile 2011, intervento di Epaminonda Ceccarelli

 

La Darsena sospesa fra storia e futuro.

 

L’archeologia industriale nella città di domani.

 

Purtroppo è la città di oggi a cui si vuole togliere il domani, per cui 15 minuti sono pochi.

Ma per me sono molti per la gioia di vedere l’interesse di giovani senz’altro di opinioni  assai differenti  vivamente interessati ad un problema di archeologia industriale.

Purtroppo i termini del problema hanno messo in luce l’egoismo, il danaro, il rifiuto interessato al valore della conservazione  della  memoria storica di ciò che è avvenuto nella nostra terra.

Preferendo una pagina amministrativa  aperta  alla non-cultura destinando tutto al buio del futuro.

Oggi abbiamo una bella unica occasione di vedere giovani interessati ad una azione trasversale in relazione alla salvaguardia del Capannone  ex SIR sito in Darsena di Città.

La loro scuola d’arte è intitolata a Pier Luigi Nervi, un ingegnere artista che attraverso la fedeltà alle leggi matematiche del calcolo plasmava la materia arrivando all’arte.

Era un uomo del rinascimento, un maestro.

Corsini, un cardinale portò il canale Candiano fino in città  a Ravenna.

Come pure è stato artista l’ingegnere ferrarese Elio Segala che ha progettato e calcolato  nel 55 il Contenitore SIR,  raggiungendo una architettura di rara bellezza, che racchiude una pagina di storia italiana che va dalla agricoltura del dopoguerra alla nuova industria, al sacrificio di persone e all’ampliamento urbano della città; tutto legato alla vera storia del lavoro.

Con tutto rispetto alle intenzioni di chi lo voleva distruggere mi fa solo pena la vanità e lo schiaffo culturale. Elio Segala è stato un maestro, gli altri  no.

Pensate, anni fa io ho difeso dalla ignoranza urbanistica ma soprattutto storica il Canale perché fin dalla variante al PRG era in progetto di chiuderlo e alberarlo.

Da decine di anni ho sempre detto che se fosse avvenuto  un danno nucleare una epidemia o un fatto tale da non poter fuggire da Ravenna su ruote  o strade, unica salvezza saremmo fuggiti attraverso il Candiano.

Via giù  fino al mare andando poi attraverso  il Mediterraneo  in tutto il mondo.

Prevedevo quello che è capitato ai  Giapponesi oggi

Quando  nell’83  gli extra-parlamentari  alla Sir hanno fatto saltare il  forno da cui uscivano gas solforici che combinati alla umidità ricadevano sulle case   degli   abitanti della strada  parallela alla SIR,  io,  come incaricato della Procura della Repubblica sono riuscito con il mio referto inoppugnabile a  far si che lo stabilimento  fosse chiuso.

Eliminando così il pericolo di strage che poteva ripetersi oltre al danno al vicinissimo abitato, senza parlare dell’ inquinamento delle acque.

In  seguito, sempre come professionista fui  incaricato, su mio consiglio, dalla nuova proprietà l’Enichem Agricoltura di redigere il progetto Planivolumertrico del terremo in occasione della Variante al PRG  dell’89 .

In quella occasione ho salvato il capannone  e la torre di raffreddamento  destinandoli  a sopravvivere  per un uso culturale.

La torre di raffreddamento nel mio piano adottato dal comune  doveva diventare qualcosa per destinazione culturale o di culto  o musicale.

Il Capannone SIR salvato e destinato solo alla cultura.

Purtroppo la torre è già stata abbattuta.

Ho fatto poi le stime per l’Enichem in caso di cessione  del  mio cliente escludendo dal valore l’area del Capannone urbanisticamente da salvare.

Oggi le invasioni barbariche vogliono distruggerlo, incapaci per interesse di accettare il previsto salvataggio.

Un’opera d’arte la cui forma  geometrica della struttura è passata dalle mani dell’artista ingegnere divenendo un manufatto che può essere consegnato alla storia dell’arte.

Io ho fatto alcune opere che sono state valutate  da essere difese nel tempo.

Qui addirittura si vuole demolire un edificio già protetto in PRG!

Il  mio Progetto planivolumetrico particolareggiato e infrastrutturale della proprietà’ SIR  adottato dal Comune nella variante 1989 del comune di Ravenna  prevedeva, oltre al salvataggio del capannone SIR, cinque fabbricati residenziali,  un asse stradale che in linea retta collegava via Trieste con la banchina del Canale con un particolare: che fosse tutto  costruito a livello via Trieste

I fabbricati previsti nel piano avevano una forma particolare. Erano infatti sollevati su pilotis per cui da via Trieste si vedeva per  6 metri di altezza la fiancata delle navi in transito sul canale.

Il prezzo di acquisto lo divisi in due parti: 5 miliardi di vecchie lire per asportare 2 metri in profondità di terreno così da effettuare la bonifica del terreno stesso che dai miei sondaggi trovai inquinatissimo dai residui tossici e sei miliardi il terreno fabbricabile .

 

E’ importante sottolineare che  noi  siamo una città con alcuni monumenti importanti  sopravissuti e un contesto di valore che risale a fine seicento/settecento. Noi abbiamo infatti un terreno consistente argilloso di origine marina solo a 10 metri, sotto di esso tutto il resto è una massa inconsistente di argilla, materiale leggero di riporto sempre in trasformazione .

Le case di Ravenna erano e sono come barche oscillanti in un mare che non avendo consistenza le ha lesionate .

Tanto da essere ad epoche varie più volte rifatte.

Essendo un fabbricato comunque costruito un corpo abbastanza rigido, per i movimenti verticali del terreno in continua evoluzione, subisce dei sussulti che lui elasticamente non può seguire, quindi si frantuma lesionandosi. Nell’arco di qualche secolo l’intera città veniva rifatta.

I miei fabbricati più importanti erano monolitici in c.a.

Ho edificato ogni fabbricato il cui piano di fondazione poggia su  una palificata ancorata 10 metri sotto il livello del mare. Fino ad oggi dopo 40 anni non e’ apparsa nessuna lesione !

Con questi ho vinto il premio nazionale di progettazione architettonica per la regione Emilia e Romagna nel 63 .

Erano nel centro storico!

Io primo a Ravenna i fabbricati miei importanti li ho fatti su pali di 12 metri andando sul banco solido  in modo che gli edifici sono diventati palafitte sicure in ogni tempo.

Il nostro capannone insiste su una fondazione su pali quindi adatto a essere trasmesso nel tempo .

 

La  amministrazione  ha proibito le fondazioni su pali senza motivi plausibili.

 

Voi ragazzi avete scelto forse inconsciamente il tempo valido per la memoria.

Ecco perché sono venuto volentieri fra voi, io ho vissuto gli anni 60 e 70 e reputo essere stato fortunato facendo la mia modesta parte nel settore della creatività culturale il nostro piccolo rinascimento.

Quando avete momenti disponibili e vi passa qualcosa per la testa, a mano, solo a mano metterlo sulla carta anche raccolta a terra portatelo a casa, fatene un faldone poi un giorno potrete farvi aiutare dal computer.

Pensate a far risorgere le botteghe famigliari  dove ultime ci sono ancora nel veneto.

Aiutate a farle risorgere, interessatevi di tutto e per quanto vi diranno viaggiate così quando ritornerete sempre  nel nostro  paese vi accorgerete che è  un sandwich di storia di due mila  anni e vi accorgerete cosa siamo.

Poi solo dopo messe giù a mano le fugaci idee chiedete aiuto al computer per trasferire calcolare, ottimizzare, documentare ma non per creare e non per risolvere o animare quello che è solo dentro di voi.

 

Per il regalo che mi avete fatto di questa ribellione  armata dall’intelligenza  e dal’insegnamento della vostra scuola,

 

Vi dico grazie!
Ing. Epaminonda Ceccarelli