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gli inizi

Nato a Ravenna il 18-01-1925 da genitori anch'essi ravennati, padre Giovanni Ceccarelli Capomastro e madre Oliva Zavaglia impiegata postale, è figlio unico.
Fu un maestro di sport e campione italiano di tiro con la pistola automatica, aeromodellista, nuotatore e, infine, velista.
Fin da giovane di grande fede politica repubblicana e antifascista.
Si laurea in Ingegneria a Bologna nel 1952, poi frequenta la Scuola Superiore di Ingegneria Aeronautica a Roma nel 1953.
Dal 1954 ha sempre svolto l'attività di libero professionista, con studio a Ravenna, in via Ignazio Sarti 7; iscritto all'Ordine degli Ingegneri di Ravenna al n. 44, è stato premiato come uno degli Ingegneri anziani attivi.
È stato correlatore universitario di varie tesi di laurea in architettura a Firenze e Venezia, in ingegneria idraulica a Bologna, in costruzioni navali a Napoli con la progettazione di un'imbarcazione da diporto.
È stato docente in numerosi master, grande comunicatore con i giovani.

 

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Ravenna

Da sempre attento amante della sua città natale, Ravenna, che non volle mai lasciare, anche se più di una volta ebbe offerte di trasferimento all'estero.

Si è battuto, sempre senza fini personali, per la valorizzazione della Darsena di Ravenna, per la salvaguardia del Sigarone e del mercato coperto.

Grande comunicatore con i giovani, era un uomo proiettato nel futuro ma sempre legato e saldo alle sue origini.

Amava sempre definire la sua architettura di terra e di mare come "un disegno integrale".

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yacht design

Appassionato di mare, ottimo velista e regatante, vincitore delle regate internazionali di San Remo con lo Snipe, un classico ancora esistente, entra nel campo del design nautico, creando la sua "architettura del mare". Realizza il suo primo progetto nel 1946 e contemporaneamente accumula esperienza teorica progettando barche a strascico come lo SNIPE, su cui regata fino al 1964, ottenendo palmares internazionali e nazionali. Progetta poi piccole barche in legno, la prima delle quali è la "Malaguegna", altre di medie dimensioni e altre ancora di grandi dimensioni, come la Shaula e la Silvica costruite dal Cantiere De Cesari di Milano Marittima e la più grande Morgana. Tutte le sue barche sono molto resistenti al mare, con forme di scafo innovative, che ancora oggi navigano in diversi mari del mondo. È stato il primo a capire che la nautica, per diventare popolare, deve passare dal prototipo alla serie. È sempre stato un amante della nautica "sociale", cercando di aprirla al grande pubblico; non è mai stato un progettista di mega yacht, forse per scelta. È stato il primo in Italia a credere nell'industrializzazione e nel 1966 ha costruito per lo stesso cantiere la prima e più grande unità in vetroresina rinforzata dell'epoca, il Classis 26, seguita dal Boxer e dal piccolo dinghy Dingo; e con il nuovo materiale si dedica alla serie in numerose realizzazioni per vari cantieri italiani tra cui ricordiamo l'EC 19 per il cantiere Cranchi, l'EC 17 Mosquito per Baruffaldi, l'EC 37 per il cantiere Alb Sails di Torino, l'EC 21 Sciuscià, poi l'EC 7 per Conaver, l'EC 8 per il Cantiere Padano e quindi l'EC 26, l'EC 31 il Seariff 55, fino al Quarter Tonner "Forza Giò". Poi il Mini Tonner "Anita". la serie Miniwing, periodo in cui ha iniziato ad affiancarlo il figlio Giovanni, che oggi continua la professione del marchio Ceccarelli Yacht Design & Engineering nel settore della nautica da diporto.

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il primo yacht designer

Apre il suo primo stand di design alla Fiera Internazionale di Genova nel 1972 e viene definito dalla stampa come l'iniziatore del design Made in Italy nella nautica da diporto, è il pioniere della professione di yacht designer in Italia. Inizia a identificare i suoi yacht con un logo EC, acronimo di Epaminonda Ceccarelli; disegna loghi e font, cantieri diversi ma con lo stesso nome che segue un numero che non è altro che la lunghezza fuori tutto, a volte in metri e a volte in piedi. Realizzò il primo prototipo della storia della nostra nautica che si classificò quinto alla Settimana Internazionale di La Rochelle nel 1973, vincendo la regata d'altura, si trattava dell'EC 26 costruito a Cervia dal Cantiere Fioravanti.

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barche a motore

Lavora nel settore delle barche a motore dal 1990, anno del varo della prima imbarcazione, il Carnevali 36, seguito dal successo internazionale del Carnevali 42, dal C 30, dal C 155, dal C 160, dal C 180 e infine dal recente C 142. Nel campo degli yacht a motore, sia per le fiancate dello scafo che per la tuga, fu il primo a introdurre il concetto di superfici "rotonde". Gli piaceva dire che "in natura non ci sono spigoli", un'idea innovativa per l'epoca e che oggi è diventata una semplice regola per molti.

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nautica da diporto

È stato Presidente dell'AS.PRO.NA.DI dal 1992 al 1995, per l'associazione dei progettisti nautici ha progettato il trofeo Diporthesis. Nel settore della portualità da diporto ha progettato il Porto Turistico Marina di Cervia, ha realizzato la sede marittima del Circolo Velico Ravennate e dello Yacht Club Ravenna, e sono suoi diversi studi di porti come Casalborsetti, Lido Adriano e altri all'estero in Albania. Amante dei dettagli, ogni suo progetto era quello che amava definire integrale. Ha lavorato fino all'ultimo giorno sempre nel suo studio di Ravenna in via Ignazio Sarti 7, un ambiente solare che ha formato e visto passare negli anni molti dei professionisti affermati di oggi, sia nel settore delle costruzioni che della nautica da diporto. Ha sempre avuto una grande passione per la scrittura, che lo ha accompagnato, insieme ai suoi disegni, fino all'ultimo giorno del suo lungo e affascinante percorso di vita. Scomparso a Cesena il 24-11-2011 in seguito a una grave malattia, oggi riposa nella tomba di famiglia a Ravenna, da lui stesso progettata, con cerchi intersecanti in cemento armato e all'interno una croce in mosaico a ricordare ancora una volta le sue origini.

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Architettura

Ha vinto il primo Premio INARCH del Ministero della Pubblica Istruzione come progetto di architettura per la Regione Emilia e Romagna nel 1961 con le sue "architetture di terra".
Vince il concorso internazionale per la progettazione della sede italiana della multinazionale Johnson Wax ad Arese.
Con l'edificio di via Gradisca è stato paragonato a Valle e Jungers in Germania dalla rivista inglese ARCHITECTURAL RECORD negli anni Sessanta.
Era un amante dell'uso del cemento armato, che considerava un materiale moderno come la vetroresina nella nautica.
Ha firmato numerosi progetti nel campo dell'architettura residenziale, industriale e portuale, curando ogni aspetto dalla progettazione, alla direzione dei lavori, al disegno dei dettagli e degli arredi, sempre con grande cura e attenzione ai particolari.
Ha disegnato mobili, oggetti, gioielli e persino lampadari in vetro lavorando per l'azienda Venini di Venezia.

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