Genova 27-luglio-2014
Giovanni Ceccarelli dopo la conclusione della rimozione del relitto della Costa Concordia ora ormeggiata a Genova.
E’ per me un’ onore avere lavorato senza sosta di primi di febbraio 2012 in un progetto così importante per la nostra Nazione che ci da credibilità nel mondo.
Tutto è partito da una telefonata e da una mia idea su come girare la nave il resto è ormai storia.
Il recupero della Concordia è un momento d’ingegneria Italiana molto importante, che ha dovuto considerare l’ostilità dell’ambiente ma anche il suo rispetto, le dimensioni della nave non hanno certo reso facile l’impresa. E non avevamo molte altre possibilità se non di riuscire a portarla via intera.
E stato un grande lavoro di squadra dove le ditte italiane in primis Micoperi hanno avuto un ruolo di primo piano.
La nostra società è abituata a pensare che può addomesticare ogni cosa, che tutto può essere previsto. E’ in gran parte vero per le tecnologie di cui disponiamo, tuttavia un margine di ignoto resta sempre. Sono un conoscitore vero del mare, ho navigato fin da ragazzo e so che resta un’ambiente da rispettare e non da sfidare.
Nessuno si era mai dedicato a un recupero così difficile, di una nave così grande in una situazione ed un contesto così delicato. E’ ovvio che ha presentato dei rischi anche importanti, ma che hanno fatto parte del gioco, sono rischi che dovevano essere affrontati in modo scientifico e con le risorse necessarie che Costa ci ha messo a disposizione.